14 marzo 2007

Sciopero dei tabaccai a causa delle ricariche telefoniche


La FIT - Federazione Italiana Tabaccai -ha annunciato oggi uno sciopero che si svolgerà il 20 marzo. La motivazione è semplice: i margini per la vendita di ricariche telefoniche non sono sufficienti.
Tutto ciò fa onestamente sorridere per due motivi:

  1. Perchè quando si pagavano 2 euro e più per i costi di ricarica, i tabaccai non hanno scioperato? Eppure sarebbe stato legittimo chiedere una parte maggiore di quei 2 Euro.
  2. I tabaccai pensano veramente che uno sciopero serva a qualcosa? Le ricariche ormai sono in vendita ovunque: si può ricaricare da casa o da internet via carta di credito, dagli sportelli bancomat, tramite online banking, comprando una ricarica in un supermercato mentre si compra il pane.
Senza contare che ogni persona ricarica il telefonino non certo tutti i giorni. 24 ore di differenza non creeranno certo disagio nè al cliente nè all'operatore stesso.
In definitiva, la FIT cerca soltanto di cavalcare l'onda di contrasto verso le compagnie telefoniche non rendendosi conto di possedere un potere di contrattazione che anche ricorrendo agli scioperi è pari allo zero.

Vorrei invitare il lettore a riflettere sui metodi di ricarica usati: ora che i costi di ricarica sono stati eliminati, molti gestori (in particolar modo Vodafone e Wind) hanno alzato le tariffe ( per informazioni si veda l'articolo di ieri de "Il commento" ). Se tutti usassimo metodi telematici di ricarica come la macchina lottomatica, le ricariche tramite online banking e il bancomat, molto presto potremo tornare ad avere le vecchie tariffe molto più vantaggiose delle attuali.
Alcuni obietteranno che un gestore non si cura della riduzione dei costi e approfitta per far salire i profitti. Sicuramente è in parte vero ma in ogni caso tentar non nuoce, senza contare che ricaricare dal bancomat o dalla lottomatica è molto più comodo che grattare e digitare le 16 cifre.

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